Cop26: ragionare di sistema oltre il “blablabla”

Mentre a Glasgow si aspettano i giochi decisivi della seconda settimana di Conferenza delle Parti, ENERSEM parla con il ricercatore Gianluca Ruggieri di efficienza energetica, riconosciuta come fattore chiave per la riduzione dell’intensità carbonica globale.

Cop26 risulta molto diversa a seconda di chi la racconta. Il presidente britannico dell’evento, Alok Sharma, parla di “accordi fondamentali già raggiunti”. Greta Thunberg lo vede come il solito “bla bla bla”, espressione di una tale “efficienza” in termini di comunicazione da essere stata riciclata dall’attivista svedese dopo il suo primo utilizzo a Milano.

Quante rinnovabili?

Alla Conferenza delle Parti, la voce più forte udita finora per l’Italia è stata quella del premier Mario Draghi, che ha conquistato i titoli della stampa suggerendo come “le energie rinnovabili possono avere dei limiti” e potrebbero non essere pronte a breve. Vogliamo capire meglio. “Nessuno può sapere se le rinnovabili faranno il 70, l’80, oppure il 90% dell’energia del futuro”, ci spiega Gianluca Ruggieri, ricercatore dell’Università dell’Insubria e Vicepresidente della cooperativa È nostra: “Nessuno però pensa che possano fare meno di così, se si vogliono raggiungere seriamente gli obiettivi del 2050. Lo scenario di riferimento presentato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia lo scorso maggio è chiaro. La maggior parte del lavoro per produrre energia pulita toccherà a fotovoltaico ed eolico. Il resto si suddividerà fra altre rinnovabili (ad esempio, le biomasse e l’idroelettrico), la combustione da fossili con carbon caption and sequestration (che però deve ancora dimostrare di essere fattibile) e, almeno in alcuni paesi, il nucleare. Se è vero che tutti gli scenari sono sbagliati per definizione e che finora la IEA aveva sempre sottovalutato le rinnovabili, una previsione di un loro ruolo ad almeno il 70% può voler dire che la situazione è migliorata”, aggiunge Ruggieri.

IEA ottimista

Un’ulteriore conferma a un cauto, cautissimo ottimismo sembrerebbe arrivare proprio dall’Agenzia Internazionale per l’Energia. In relazione a Glasgow, infatti, l’agenzia rivede in meglio gli scenari al 2100 in termini di aumento medio delle temperature: questo, alla luce proprio delle nuove iniziative multilaterali e dei nuovi impegni di stati “pesanti” come l’India. Anche se in Scozia sono assenti due pezzi da novanta dell’economia mondiale come Cina e Russia, sembrerebbe dunque che i nuovi impegni portino per la prima volta verso uno scenario compatibile con l’Accordo di Parigi, cioè al contenimento della temperatura globale entro i +2°C entro la fine del secolo.

Fondi, utilizzi e premesse

A Glasgow si è già parlato anche di fondi a disposizione per la transizione ecologica: fino a 130 trilioni di dollari, ci si è spinti a dire. Posto che molti di quei fondi, come riporta il Financial Times citando il professore di Oxford Ben Caldecott, saranno investiti in case oppure nel fossile, va ricordato come le precedenti previsioni sul 2050 parlassero di metà degli investimenti rivolti non alla produzione, bensì agli usi finali: case, aziende, industrie a emissioni zero, mobilità elettrica. Legato a questo, ci spiega sempre Ruggieri, ci sono almeno due ordini di considerazioni: “La diminuzione del 15% dell’intensità carbonica globale, cioè delle emissioni prodotte a parità di ricchezza prodotta, dipende finora per 5/6 dall’efficienza energetica e per 1/6 dalle rinnovabili, che chiaramente devono correre di più. Negli scenari futuri l’efficienza energetica e l’elettrificazione (cioè il passaggio da termico a elettrico di molti usi finali come il riscaldamento e i trasporti) avranno lo stesso impatto nella diminuzione delle emissioni. Peraltro, riducendo la quantità di energia che si utilizza risulta inevitabilmente più semplice pensare a come la si produce. In altri termini, efficienza ed elettrificazione sono le premesse inevitabili a un mondo decarbonizzato”.

Efficienza energetica imprescindibile

Dunque, i ragionamenti vanno sempre condotti a livello di sistema e bisogna fare molta attenzione alle modalità di diffusione delle informazioni. Per quanto ci riguarda, però, ci sembra importante sottolineare come la strada che pratichiamo da anni all’insegna dell’efficienza energetica (anche e soprattutto quando questi argomenti non sono sotto i riflettori) sia un percorso imprescindibile a supporto della transizione energetica ed ecologica.

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