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I BACS in termini di tassonomia e classi / 1

La prima parte della nostra disamina della normativa in materia insieme a Francesco Arnesano, direttore dei servizi ESG, Green Building & Efficienza Energetica di RINA Prime Value Services

La norma EN ISO 52120-1:2022 “Prestazioni energetiche degli edifici – Contributo dell’automazione degli edifici, dei controlli e della gestione degli edifici – Parte 1: Quadro generale e procedure” ha sostituito – a partire da Ottobre 2022 – la norma EN 15232-1:2017 “Prestazione energetica degli edifici – Impatto dell’automazione degli edifici, dei controlli e della gestione degli edifici – Parte 1: Modulo M4, 5, 6, 7, 8, 9, 10. e tecniche per la classificazione degli impianti e dei sistemi di automazione, controllo e gestione degli edifici.

La norma è lo standard fondamentale per la valutazione del contributo dei BACS alla prestazione energetica degli edifici, utilizzato nei regolamenti edilizi e nelle linee guida a livello europeo e nazionale. Si tratta di un elenco strutturato di funzioni di controllo, automazione e gestione tecnica che contribuiscono alle prestazioni energetiche degli edifici, definendo un metodo semplificato per la stima degli effetti delle diverse automazioni in essi implementate.In funzione della rispondenza dei sistemi di controllo a caratteristiche progressivamente più avanzate, i sistemi BACS vengono classificati in 4 classi da D ad A, dove A è la classe più avanzata. Insieme a Francesco Arnesano, direttore dei servizi ESG, Green Building & Efficienza Energetica di RINA Prime Value Services, andiamo a scoprire qualche esempio di funzionalità avanzate e di base.

Una norma con approccio olistico

“Innanzitutto una premessa fondamentale: la norma ISO 52120, come la precedente EN 15232, analizza separatamente tutti gli impianti: riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, ventilazione, illuminazione, schermature solari e sistema di supervisione. Ogni impianto è dotato di parti che possono avere un livello di automazione diverso, quindi per ciascun sotto componente si assegna una classe da A a D di automazione, per esempio i terminali di emissione (radiatori, fan coil, etc) possono:

–   non avere un controllo di temperatura o avere un unico controllo centralizzato (Classe D)

–   avere un controllo ambiente, ad esempio mediante valvole termostatiche (Classe C)

–   avere controlli più avanzati con l’interazione tra i controllori e il BACS (Classe B)

–   avere integrazione dei controllori con il BACS e rilevazione presenza (Classe A).

Oltre ai terminali si analizza la regolazione delle pompe di distribuzione, la regolazione di portata e temperatura dei generatori, etc… È importante ricordare l’approccio olistico della norma, che si basa sul concetto di “anello debole della catena”, cioè la classe finale BACS dell’impianto (e poi BACS dell’edificio) corrisponde alla classe più bassa dei vari componenti. Ad esempio: se tutti gli impianti raggiungono una classe B, ma uno di loro è in classe C, la classe complessiva che posso dichiarare per il sistema BACS sarà la C”.

Molti grandi proprietari di immobili stanno operando ristrutturazioni profonde del loro patrimonio, dandosi standard elevati per i BACS: la classe A per il nuovo, minimo la classe B per gli edifici esistenti, quando interessati da interventi di revamping dei sistemi di automazione e controllo. Quali sono i mercati immobiliari più avanzati da questo punto di vista? Come si colloca il mercato italiano? 

“Ci si attende una crescita importante del settore: nel 2030 il fatturato dovrebbe essere triplo rispetto a quello del 2020. In Europa – insieme a Germania, Francia e UK – l’Italia ha un ruolo di primo piano nel settore. Interessante anche la diversificazione che gradualmente, con prodotti diversi, si sta registrando anche nel residenziale, con i sistemi di domotica che integrano, oltre agli impianti della ISO 52120 citati prima, anche impianti antifurto, impianti di irrigazione, impianti citofonici, etc. Anche per questo mercato, benché con operatori e clienti diversi dal precedente, ci si attende una crescita a doppia/tripla cifra nei prossimi anni”.

Un percorso in divenire

Quali sono i settori più avanzati a livello di edifici?

“I BACS e i BEMS (Building Energy Management System) sono molto diffusi nel terziario avanzato, in particolare negli edifici per uffici, nei centri commerciali, nel settore ricettivo e ospedaliero: in generale, dove si è in presenza di operatori specializzati (es. fondi immobiliari, società nazionali o internazionali)”.

Quali sono gli elementi che impediscono la diffusione estesa di questi sistemi?

“Sicuramente gli alti costi ne limitano l’utilizzo a interventi con budget capaci di assorbirli. Altro problema è legato all’esistenza di pochi operatori forti, che ingessa il mercato e lo rende poco dinamico e concorrenziale. Un problema ormai affrontato e risolto negli scorsi decenni ma che ha limitato storicamente la diffusione di questi sistemi è stato quello dei protocolli di comunicazione. Oggi tutti i principali produttori di BMS, oltre ad avere protocolli propri, sono in grado di dialogare con i principali protocolli di comunicazione aperti (BacNet, Dali, Modbus, etc.) adottati da produttori di componenti e apparecchi”.

Quali sono i driver che hanno spinto la dotazione di automazione  e controllo degli edifici?

“Grandi spinte alla crescita di questo settore vengono da:

–   stimolo legislativo

–   normazione, che ha consentito di valutare i risparmi legati all’automazione

–   sempre maggiore diffusione dei protocolli di sostenibilità

–   forme di incentivazione pubblica

A livello legislativo ci sono due obblighi:

  1. uno legato agli edifici di nuova costruzione o ristrutturazioni importanti di primo livello, obbligati alla classe B del BACS a partire da ottobre 2015: questo elemento ha stimolato i progettisti e gli operatori immobiliari a confrontarsi con questo approccio
  2. il secondo legato all’obbligo di sistemi di monitoraggio a partire dal 1 gennaio 2025 per gli edifici non residenziali con potenze nominali superiori ai 290 kW per impianti di riscaldamento e climatizzazione estiva. Quest’obbligo prevede un’interazione tra il sistema di monitoraggio energetico e l’impianto, al fine di preservare l’efficienza energetica. Un passo sicuramente importante nella conduzione degli impianti.

Altro aspetto legislativo di interesse è l’allineamento alla tassonomia europea dell’attività economica “Acquisto e proprietà di edifici”, che prevede l’installazione o l’adeguamento dei sistemi di monitoraggio intelligente previsti dalla direttiva 2018/844. Si tratta di una norma volontaria, legata a fondi immobiliari di investimento che hanno tra i propri obiettivi, l’allineamento ai criteri ESG. La normativa, a partire dalla EN 15232, e poi l’attuale ISO 52120, ha aiutato i tecnici a valutare l’impatto energetico nella riqualificazione degli edifici, e quindi ha stimolato a proporre soluzioni di automazione degli impianti, il cui effetto era difficilmente valutabile con i modelli di calcolo previsti per esempio per la redazione degli APE o per il rispetto dei requisiti minimi di legge (DM 26/06/2015).

I protocolli di sostenibilità dal 2020, in particolare LEED e BREEAM, sono diventati sempre più diffusi anche tra operatori minori, ciò ha portato a una crescita dell’attenzione rispetto alle tematiche di monitoraggio energetico e automazione degli impianti da parte degli addetti ai lavori. L’incentivazione pubblica, con gli eco-bonus ed il superbonus, ha aumentato la sensibilità anche nel settore residenziale dei sistemi domotici e di automazione negli impianti di climatizzazione e riscaldamento. Nuove tecnologie sono entrate nelle case, come le valvole smart con regolazione da remoto con la programmazione oraria su singolo terminale, che consentono la scelta degli ambienti da riscaldare nelle varie ore della giornata, le caldaie domestiche in grado di modulare portata e temperatura e altre soluzioni avanzate per ridurre i consumi e migliorare il comfort abitativo”.

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