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Circular Economy Report, l’intervista di Enersem a Davide Chiaroni del Politecnico

Il 28 gennaio 2021 viene presentata online la nuova edizione del Circular Economy Report. Noi di Enersem seguiamo in diretta il convegno organizzato dal Politecnico di Milano e, per prepararci, facciamo qualche domanda in anteprima al professor Chiaroni, che all’evento interviene su più questioni.

Lo stato dell’economia circolare

Circular Economy Report: Modelli di business, soluzioni tecnologiche e potenziale dell’economia circolare nel nostro Paese: questo il titolo del convegno organizzato al Politecnico di Milano nella mattinata del 28 gennaio 2021. Tutti online, naturalmente, per un confronto su alcuni dei principali trend che guidano le imprese verso la cosiddetta transizione circolare. Insieme a green e sostenibilità, infatti, l’Economia Circolare è uno dei fari che illuminano il cammino verso gli obiettivi globali di riduzione (e auspicabilmente azzeramento) dell’impatto ambientale e deve essere interpretata nel modo più completo e corretto possibile, per non restare solo un ottimo proposito, peraltro disegnato attorno a indicazioni affascinanti come il Butterfly Diagram.

Nell’ottica dell’azienda

Se si tratta di una prospettiva interessante per tutti, l’economia circolare è ancora più interessante per le realtà che, come Enersem, si muovono nell’ambito dell’efficienza energetica e della manutenzione predittiva. Su questo ci siamo confrontati con Davide Chiaroni, professore ordinario alla School of Management del Politecnico e membro dell’Energy and Strategy Group, cui si deve proprio l’organizzazione dell’evento. Durante la mattinata Chiaroni modera la prima tavola rotonda e approfondisce tre aspetti cruciali del report: così, prima dell’inizio dei lavori, gli chiediamo che cosa sarà cruciale nel nostro lavoro in ottica di economia circolare.

Efficienza energetica e manutenzione predittiva insieme

“Tenere sotto controllo l’energia in maniera smart è uno dei pilastri dell’economia circolare. Quindi, è naturale che l’efficientamento energetico sia una delle attività cruciali su cui lavorare da subito”, ci spiega Chiaroni, precisando: “Attenzione, però. Un’azienda che migliora la sua efficienza energetica deve contestualmente curare la manutenzione predittiva, ad esempio progettando sistemi più manutenibili. Nel quadro dell’economia circolare non si deve ridurre tutto al riciclo, che è un tassello importante ma va considerato un po’ come l’ultimo possibile. Così, non si deve pensare che fonti rinnovabili ed efficienza energetica bastino da sole: la produzione fisica dell’energia deve fare parte di uno schema più ampio e deve essere pensata in ottica circolare in ogni suo aspetto”.

Il circolo virtuoso

Se il riciclo è l’ultimo tassello, quale può essere considerato il primo da cui partire, allora? Chiaroni si dichiara “fedele al modello del Butterfly Diagram:

  • partire dalla manutenzione, che allunga la vita degli asset senza consumare nuove risorse;
  • fare upgrading, per avere costantemente prestazioni migliori. In un’ottica circolare si lavora a un rinnovamento mirato, con azioni di reusing o remanufacturing che vanno a modificare e/o sostituire solo quanto strettamente necessario, conservando le parti degli impianti ancora al passo coi tempi;
  • immaginare possibili connessioni fra impieghi diversi per una stessa fonte energetica. Ad esempio: la batteria di un’auto elettrica giunta a fine vita per il trasporto può essere ancora utilizzata a lungo per un ciclo di produzione domestica”.

Un nuovo modello di crescita rigenerativa

Fra i punti all’ordine del giorno nel convegno c’è l’inquadramento del concetto di Economia Circolare come nuovo modello di crescita rigenerativa, con la presentazione dei vantaggi di un’Economia Circolare rispetto al tradizionale modello di consumo lineare. Le parole di Chiaroni ci aiutano a immaginare alternative possibili, invitandoci al contempo a considerare la complessità del fenomeno. Per questo la presentazione del Report è anche l’occasione per fornire:

  • un quadro delle principali normative vigenti in materia in Europa e in Italia;
  • un’analisi di driver e barriere all’adozione dell’Economia circolare in alcuni settori industriali particolarmente;
  • una mappa delle azioni di policy per un possibile agenda politica che favorisca questo nuovo corso;
  • una valutazione del potenziale di mercato teorico e raggiungibile a livello nazionale per i settori oggetto di analisi.

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